Permetteteci un presupposto, ovvero che il sesso spirituale esiste. Ma non parliamo di religione. Semmai di una condizione dell’animo che vuole raggiungere la massima unione con la sfera sessuale.
Non è in fondo un argomento così complicato o scomodo. Basti pensare che per attuare il sesso spirituale, con il vostro partner o durante un incontro che non porterà certo a una storia duratura, serve seguire alcuni comandamenti. Tra i primi figura il no al narcisismo. Cosa significa? Che il proprio io va curato, ma l’attenzione deve essere indirizzata soprattutto all’ego del partner che ci sta accanto. No agli istinti più animaleschi, poi. Meglio sfoderare sotto le lenzuola intelligenza e cultura (quelle d’altronde servono sempre…).
E la comunicazione dove la mettiamo? Sì, dunque, alle chiacchiere, capaci di aumentare la carica erotica. Si va avanti poi con la contemplazione. Un piccolo spazio per la devozione del vostro lui o della vostra lei, durante l’atto sessuale, può starci.
E concludiamo con gli ultimi tre comandamenti. La generosità, per forza. Necessaria quella fisica ma anche la generosità intellettuale. Date spazio anche all’accrescimento della propria bellezza interiore: la passione sessuale ci permette di vedere sempre la bellezza del corpo. Concludiamo con l’invocazione, un comandamento assai vago che può significare tutto o niente. Nel dubbio, invocate e invocate ancora.